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venerdì 11 luglio 2014

Google: Primi passi verso Cuba

Una delle notizie che i quotidiani latinoamericani hanno ripetuto all’unisono in questi ultimi giorni si riferisce alla visita ufficiale che il presidente di Google, Eric Schmidt, insieme ad alcuni colleghi, ha realizzato a Cuba alla fine di giugno.
Il presidente di Google si è infatti incontrato con le autorità cubane a l’Avana, e si immagina che ovviamente l’argomento di discussione sia stato la diffusione di internet nell’isola. Durante la visita ufficiale a Cuba, la delegazione di Google ha incontrato anche molti studenti di diversi istituti politecnici nazionali tra i quali l’Università delle Scienze Informatiche, la UCI.
Oltre al programma ufficiale che prevedeva la visita alle istituzioni pubbliche, la delegazione nordamericana ha anche deciso di incontrarsi con la redazione di 14ymedio.com, guidata dalla ormai famosa blogger Yoani Sánchez, che da molti viene considerata l’unica voce ufficiale della dissidenza sull’isola. Vale la pena ricordare, per dovere di cronaca, che molti cubani e non solo, considerano Yoani una pedina al soldo dei servizi di intelligence degli USA. E non è difficile dargli torto dato che è probabilmente l’unica cubana che aveva accesso a Twitter quando ancora sull’isola nessuno poteva accedere a Internet.
Molti quotidiani europei, soprattutto spagnoli, hanno inoltre approfittato di questa notizia per pubblicare articoli faziosi nei quali si sottolinea da più parti che l’accesso a Internet a Cuba è ancora proibito, almeno nelle case private.
Notizia falsa. Sono mesi che i Cubani possono accedere a Internet con il telefono cellulare, non lo fanno in massa perché il prezzo e proibitivo, questo si è vero. E può anche essere vero che le autorità locali non facciano tutto il possibile per velocizzare il processo che porterà l’accesso a Internet da telefono fisso direttamente nelle case private, ma da qui a dire che l’unica alternativa dei cubani per accedere a Internet è quella di pagare 6 CUC all’ora nei ‘locutorios’ (Internet Caffè) è solo fare demagogia.
Altra analisi tendenziosa è quella che segnala l’inutilizzo del cavo in fibra ottica che unisce il Venezuela a Cuba da più di un anno. Vediamo un po’: se io porto una tubazione del diametro esagerato di metri e metri che può convogliare migliaia di litri d’acqua davanti alla porta di casa vostra e poi li mi incontro con un sistema idrico obsoleto mai rinnovato negli ultimi 60 anni e fatto di tubi molto piccoli del diametro di pochi millimetri, quanti litri d’acqua pensate di poter ricevere voi in casa?
Vediamo piuttosto di togliere l’embargo criminale che strozza l’isola da almeno 60 anni e poi diamo tempo ai cubani di recuperare il tempo perduto. Solo così potremo realmente verificare se il problema è la mancanza di volontà da parte delle autorità locali o se invece c’è anche lo zampino della vecchia guardia di esiliati cubani a Miami che sono i veri ed unici rimasti a sostenere la politica di chiusura verso Cuba.
Non parliamo poi della possibilità di utilizzare uno dei globi aerostatici che Google ha ipotizzato di produrre in passato, come strumento per offrire la connessione in quelle aree del mondo dove è l’accesso a Internet è più difficile. A parte il fatto che il progetto sembra essersi arenato per problemi di difficile attuazione e viene sostituito ora dalla più praticabile idea di utilizzare dei mini satelliti a bassa quota, ma quand’anche si potesse utilizzare: vi immaginate dei globi aerostatici (sonde, palloncini nell’atmosfera), in un area come quella delle Antille dove si verificano una quantità di uragani altamente distruttivi ogni anno? Bisogna essere cretini solo a pensarci! Ma la blogger Yoani ha pubblicato che questa possibilità non è fattibile perché…? Ma perché le autorità locali non darebbero il loro permesso. Ma per favore…

Spero di tutto cuore che i membri della delegazione di Google che hanno visitato Cuba siano più intelligenti, saggi e obiettivi dei rappresentanti della cosiddetta dissidenza locale. E questo significa che spero che oltre ad auspicare la totale apertura dell’isola siano anche disposti, quando questa ci sarà, a non censurare tutta l’informazione per loro scomoda che viene pubblicata da siti e blog cubani. La verità non sta mai da una parte sola…

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