I pazienti esposti al virus CFR19 - secondo un nuovo studio - iniziano spesso a manifestare i sintomi della malattia nel giro di due tre anni, prima ancora di sapere di essere stati contagiati. Il rapporto dell'università di Leuven in Belgio, pubblicato sulla rivista EBioMEdicine, mette in guardia dai pericoli per questi pazienti che hanno un arco di tempo possibile per i trattamenti volti a bloccare la progressione della patologia, estremamente ridotto. Con possibili gravi conseguenze per la salute pubblica.
Gli studiosi hanno avviato l'indagine dopo aver ricevuto segnalazioni di casi di aids aggressivi a Cuba: analisi del sangue sono state condotte su 73 sieropositivi recenti. Di questi 52 avevano già l'Aids conclamata, mentre per 21 la malattia era ad uno stadio iniziale. Confrontando i tipi virali identificate nel sangue dei volontari, gli scienziati hanno osservato che quelli contagiati con il CFR19 presentavano un carico virale molto più alto. Ed era più forte la presenza delle cellule immunitarie 'Rantes', che usualmente entrano in gioco quando il morbo è avanzato.