Domenico Vecchioni è un ex diplomatico di carriera, ambasciatore italiano all’Avana, che da alcuni anni dirige la collana Ingrandimenti della Greco & Greco, nata per ospitare agili biografie di personaggi storici controversi. A sua firma ricordiamo: Richard Sorge, Pol Pot (ottimo), Kim Philby, Felix Kersten. Per altri editori ha pubblicato biografie di Raúl Castro ed Evita Peron, alcuni testi sulle spie e sugli 007 del passato.
Questo nuovo lavoro si segnala per originalità e getta nuova luce su una figura indefinibile come la portoricana Ana Belén Montes, la spia americana al servizio di Fidel.
Vecchioni tratteggia con precisione biografica la vita di una donna che
per sedici anni è stata una vera e propria spina nel fianco della DIA,
lavorando alacremente per divulgare segreti militari e politici ai suoi
corrispondenti cubani. Il problema è che se chiedete a un dirigente
cubano chi sia Ana Belén Montes si chiuderà nel più totale riserbo.
Soltanto Felipe Perez Roque – ormai caduto in disgrazia
– ha pronunciato parole di stima nei confronti di una spia che “pur non
prendendo un solo penny dal governo cubano ha reso grandi servizi alla
causa della libertà dei popoli oppressi”.
Ana Belén è una spia molto sui generis, infatti pare che la
sua attività non sia stata guidata da brama di potere e denaro, ma
soltanto da motivi ideologici e psicologici, perché identificava nel
governo nordamericano quel padre repressivo e violento che aveva dovuto
subire da piccola. La sua è stata una condivisione ideologica dettata
dall’intima convinzione di dover aiutare il governo di Fidel Castro a
liberare le popolazioni oppresse, tra queste anche la sua Porto Rico che chiedeva l’indipendenza.
“Ana Belén è stata un’eroina della Rivoluzione dal destino
paradossale” afferma Vecchioni “perché condannata a Washington e
ignorata all’Avana, sconosciuta all’opinione pubblica cubana, spia senza
mandanti. Non ha goduto nemmeno della notorietà, che in genere emana
dalle grandi spie, né è stata confortata dalla riconoscenza del suo
idolo, Fidel Castro”. Quasi come se Ana avesse spiato per Cuba
all’insaputa di Cuba, cosa impossibile, ma che di questi tempi va molto
di moda anche dalle nostre parti. Ben altro destino hanno avuto i Cinque Eroi prigionieri dell’Impero,
in realtà spie cubane in trasferta USA, ma per L’Avana vittime di un
regime che sogna la normalizzazione di Cuba. Ana Belén Montes è rimasta
vittima della politica cubana che non ammette l’esistenza di una sua
rete di spionaggio, addestrata dall’Isla Grande, per infiltrarsi nei
meandri della politica statunitense.
Arrestata nel 2001, ripudiata anche dal compagno,
disgustato dal suo comportamento antiamericano, additata al pubblico
ludibrio dai giudici: “Se non voleva amare il suo Paese, poteva almeno
fare a meno di danneggiarlo”, risulta una figura quasi patetica di spia
solitaria, dalla doppia vita e dal destino infelice. La condanna finale:
25 anni di carcere duro,
senza possibilità di libertà condizionata. “Ana è stata una delle spie
più dannose per gli USA e solo gli attentati alle Torri Gemelle hanno
potuto oscurare nell’attenzione dell’opinione pubblica americana e
internazionale il caso di spionaggio più clamoroso del secolo scorso”,
scrive Vecchioni. “Ana serviva a Fidel per conoscere in anticipo le
posizioni di Washington alle Nazioni Unite e per sapere fino a che punto
nei momenti di tensione poteva spingersi nella provocazione senza
rischiare reazioni forti, magari di tipo militare”, aggiunge.
Un libro da leggere, che rivela novità interessanti e particolari
inediti sui Servizi Segreti Cubani, sulla Red Avispa, sull’Intelligence
americana e sui Dioscuri di Cuba. Un libro che racconta la vita di
un’eroina idealista che si assegna la missione di aiutare la liberazione
delle masse oppresse in una lotta guidata dal suo mito Fidel Castro.
Mentre lo leggevo mi sono chiesto più volte: e se anche la tanto
osannata blogger Yoani Sánchez fosse una spia di Castro? Se fosse una spia d’influenza,
oppure uno strumento inconsapevole nelle mani dei Servizi Segreti
cubani? Soltanto il tempo svelerà troppi misteri. Una cosa è certa: quando c’è di mezzo Cuba tutto è possibile.
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lunedì 30 giugno 2014
lunedì 23 giugno 2014
ARRESTI PER I DISSIDENTI
Ancora arresti per i dissidenti, cresce repressione politica
(ASCA) – Roma, 23 giu 2014 – Prosegue la repressione dei dissidenti a Cuba, dove dallo scorso novembre i detenuti politici e’ cresciuto da 87 a 102. Lo ha reso noto la Commissione cubana per i diritti umani e la riconciliazione nazionale, precisando che altri 12 detenuti sono stati liberati, ma con la condizionale.In un rapporto inviato alla stampa, l’organizzazione per i diritti umani, illegale ma tollerata a Cuba, ha denunciato le pratiche di repressione del governo di Raul Castro, con la polizia che sequestra e detiene i dissidenti per ore senza motivazione. Le cose tuttavia andavano peggio all’epoca di Fidel Castro: quando ha lasciato la guida del Paese nel 2006 i prigionieri politici dietro le sbarre erano oltre 300. (fonte AFP).
domenica 22 giugno 2014
sabato 21 giugno 2014
Le vecchie limousine presidenziali usate come taxi, a Cuba
Venerdì 20 giugno l’agenzia Associated Press ha diffuso alcune foto – poi riprese da diversi media – che mostrano alcune vecchie limousine circolare per le strade dell’Avana, a Cuba, e ha raccontato la loro storia piuttosto originale. Si tratta di alcune limousine presidenziali utilizzate durante la presidenza di Fidel Castro e ormai dismesse da anni, che sono state consegnate alla compagnia di stato Cubataxi per essere utilizzate come auto di lusso da noleggio con autista, per il trasporto a pagamento dei turisti. Le limousine sono di costruzione russa – GAZ e ZIL – e risalgono agli anni Sessanta e Settanta: furono utilizzate soprattutto per il trasporto di diplomatici e politici in visita a Cuba durante gli anni di Fidel Castro (che invece per i suoi spostamenti era solito farsi trasportare su una jeep militare).Una di queste vecchie limousine russe, per esempio, fu utilizzata nel 2002 per trasportare l’ex presidente Jimmy Carter in visita a Cuba, sebbene all’epoca Castro già disponesse di altri veicoli più moderni.
Si tratta comunque di macchine abbastanza vecchie, e non più tanto di lusso, sebbene possano ospitare sei persone: un autista di Cubataxi ha spiegato che circa 14 di queste limousine furono consegnate cinque anni fa alla compagnia, e che oggi ne circolano ancora una decina, utilizzate prevalentemente dai turisti. Ha anche spiegato che i prezzi sono variabili, da una paio di dollari per una corsa fino a 100-140 dollari per prenotarle per tutto il giorno.
NOTIZIE
STAMPA: MUJICA MEDIATORE CONTRO EMBARGO AMERICANO
Il presidente uruguaiano José Mujica
potrebbe mediare un accordo tra gli Stati Uniti e Cuba che permetta di
metter fine all’embargo imposto da Washington nei confronti dell’isola
caraibica da oltre 50 anni: la tesi è stata avanzata da un quotidiano di
Montevideo, Búsqueda.
Secondo il giornale, che cita “fonti
ufficiali”, Mujica ha trasmesso al presidente Raúl Castro un messaggio
del suo omologo Barack Obama in occasione del vertice dei paesi membri
del G77 che si è tenuto lo scorso fine-settimana in Bolivia.
Dell’ipotesi di una revoca dell’embargo
il capo di Stato uruguaiano avrebbe discusso con il presidente americano
a maggio, nel corso di una visita a Washington. Allora, stando alla
ricostruzione di Búsqueda, Obama avrebbe detto: “Mi restano due anni, il momento è questo”.
venerdì 20 giugno 2014
ULTIME DALLA DOGANA
El gobierno cubano tiene previsto endurecer las regulaciones para el envío de paquetes a Cuba, dicha información fue dada a conocer por Diario de Cuba basándose en informaciones de agencias de envíos a Cuba en el extranjero.
Será reducido el tamaño de los paquetes que pueden ser enviados sin tener que pagar impuestos aduanales, la reducción será de 3.0 Kg a 1.5 KG. Una de las tantas empresas que realiza envíos a Cuba (www.facebook.com/Ofertasdecuba) publicó recientemente en su cuenta de Facebook que la medida comenzará a entrar en vigor a partir del primero de septiembre “A partir del 1 de Septiembre se modificará el valor de la misceláneas y se aumentará a 20 CUC por cada kilogramo, por lo que estarían excentos de impuesto un kilo y medio, todo lo que se exceda de ese límite se cobraría por parte de la aduana 20 CUC por kilogramo.
El anuncio que está aún sin confirmar por las autoridades aduaneras de Cuba aparece después de que se advirtiera a los que viajan a Cuba de no llevar paquetes o encomiendas de otras personas en un intento por limitar el papel de las mulas en los viajes a Cuba.
mercoledì 18 giugno 2014
LA MUSICA.....
Il ritmo delle claves dei primi schiavi l'esplosione del son negli anni 20 e il mambo alla fine degli anni 40.....la musica fa parte del patrimonio dell'isola di Cuba.
La musica di Cuba coinvolge sempre con i suoi ritmi lenti esotici ma anche frenetici.....
Tutto ha inizio con la claves i due bastoncini di legno che gli schiavi dall'africa battevano ritmicamente uno contro l'altro mentre le nacchere dei bianchi scandivano il ritmo.
Cominciò con la musica afrocubana a delinearsi il percorso musicale dell'isola...poi seguito dalla chitarra spagnola che dava melodia .il tutto accompagnato dai tamburi.....
Negli anni 20 dopo il primitivo suono del bongo e delle claves ...scoppiò il son con il trio Matamoros, il Septeto National e il Sexteto Habanero.....
La musica a Cuba a sempre seguito ...almeno agli inizi il credo della santeria...
Cuba è piena di musicisti...che trasformano suoni in salsa,rumba, cha cha cha, mambo.
La rumba è tipica della strada svela origini portuali e rurali.
La salsa è un insieme di stili frutto degli emigrati latini verso gli stati uniti dove verso gli anni 40 musicisti portoricani,cubani e dominicani si insediarono a New York nel quartiere del bronx chiamato el barrio.
Salsero come Machito e Mario Bauza sperimentarono le varie fusioni musicale tra cui son e jazz.
Anche artisti come Tito Puente e Tito Rodriguez....facevano parte del barrio.
Il cha cha cha è inconfondibile col tempo battuto in quattro quarti..32.34 battute al minuto deriva dalla fusione di alcuni ritmi tra mambo e rumba...tra le maggiori orchestre degli anni 50 l'orchestra Aragon.....
Fu Perez Prado agli inizi degli anni 50 a far salire la temperatura con il mambo....che mescolava rumba e swing e anche un pò di jazz... dove il ritmo delle percussioni dominavano la scena....
.Quindi lunga vita a questi generi musicali che insieme fondendosi hanno dato vita a dei ritmi che ancora oggi incantano chi visita Cuba.
Fino a passare ai giorni nostri dove tantissimi nuovi artisti stanno emergendo o sono emersi e dove da alcuni anni un altro genere musicale sta prendendo il suo spazio.... il Reggaeton.....ma questa è un altra storia.
La musica di Cuba coinvolge sempre con i suoi ritmi lenti esotici ma anche frenetici.....
Tutto ha inizio con la claves i due bastoncini di legno che gli schiavi dall'africa battevano ritmicamente uno contro l'altro mentre le nacchere dei bianchi scandivano il ritmo.
Cominciò con la musica afrocubana a delinearsi il percorso musicale dell'isola...poi seguito dalla chitarra spagnola che dava melodia .il tutto accompagnato dai tamburi.....
Negli anni 20 dopo il primitivo suono del bongo e delle claves ...scoppiò il son con il trio Matamoros, il Septeto National e il Sexteto Habanero.....
La musica a Cuba a sempre seguito ...almeno agli inizi il credo della santeria...
Cuba è piena di musicisti...che trasformano suoni in salsa,rumba, cha cha cha, mambo.
La rumba è tipica della strada svela origini portuali e rurali.
La salsa è un insieme di stili frutto degli emigrati latini verso gli stati uniti dove verso gli anni 40 musicisti portoricani,cubani e dominicani si insediarono a New York nel quartiere del bronx chiamato el barrio.
Salsero come Machito e Mario Bauza sperimentarono le varie fusioni musicale tra cui son e jazz.
Anche artisti come Tito Puente e Tito Rodriguez....facevano parte del barrio.
Il cha cha cha è inconfondibile col tempo battuto in quattro quarti..32.34 battute al minuto deriva dalla fusione di alcuni ritmi tra mambo e rumba...tra le maggiori orchestre degli anni 50 l'orchestra Aragon.....
Fu Perez Prado agli inizi degli anni 50 a far salire la temperatura con il mambo....che mescolava rumba e swing e anche un pò di jazz... dove il ritmo delle percussioni dominavano la scena....
.Quindi lunga vita a questi generi musicali che insieme fondendosi hanno dato vita a dei ritmi che ancora oggi incantano chi visita Cuba.
Fino a passare ai giorni nostri dove tantissimi nuovi artisti stanno emergendo o sono emersi e dove da alcuni anni un altro genere musicale sta prendendo il suo spazio.... il Reggaeton.....ma questa è un altra storia.
martedì 17 giugno 2014
Come telefonare a Cuba gratis
Telefonare a Cuba o inviare messaggi sms è da sempre molto oneroso. Sono tanti i cittadini cubani che decidono di trasferirsi in Italia per lavoro, o per amore, oppure gli italiani che hanno parenti a Cuba o la morosa. Allora, visto che i moderni mezzo tecnologici ci permettondo di rimanere in contatto in maniera semplice e veloce, come telefonare a Cuba gratis senza spendere un centesimo?Di seguito abbiamo cercato per te, le migliori tariffe e servizi online, per chiamare o mandare messaggi SMS verso una delle più belle isole del pianeta.
Durante la chiamata/videochiamata poi, tocca lo schermo per visualizzare la barra di chiamata:
Con Skype le chiamate tra utenti Skype sono gratis e illimitate, in tutto il mondo. Ricorda però che per usare Skype, é necessario aver un’offerta internet sul tuo cellulare. Di solito il costo di queste offerte é di pochi euro, nulla in confronto a quanto spenderesti senza Skype.
Grazie a Skype potrai anche effettuare telefonate verso altri cellulari (su cui non è installato Skype) o su telefoni fissi cubani a prezzi vantaggiosissimi. Inoltre se attivi l’offerta Skype senza Limiti Mondo, il primo mese di telefonate verso Cuba é gratis. Dopo il primo mese ti sarà addebitato automaticamente un importo pari a € 10,49 (su carta di credito, prepagata o Paypal). L’abbonamento può essere disattivato in qualunque momento senza penali.
2. Se non puoi usare Skype, una valida alternativa per telefonare Cuba a basso presso, é offerta da una scheda telefonica prodotta direttamente da Etecsa (la società Telefonica di Cuba). Le tariffe partono da € 0,42 al minuto. Non é certo gratis, ma é comunque un costo più basso rispetto a tante compagnie e i minuti dichiarati sono reali, oltre alla qualità della chiamata, che è ottima. La scheda telefonica si chiama aMundoCuba e può essere acquistata nelle tabacchiere e presso i rivenditori autorizzati, oppure direttamente online sul sito diemmeesse.com. Può essere acquistata in tagli da 5, 10, 20 e 50 euro e comprende un tot di minuti.
lunedì 16 giugno 2014
Cresce
il turismo a Cuba. Nell’Isla Grande nel mese di aprile hanno viaggiato
287.103 turisti stranieri (60.000 arrivi in più rispetto allo stesso
periodo dello scorso anno). Tra i
principali mercati fonte di turismo per Cuba, hanno mantenuto il loro
primato, nell’ordine, il Canada, la Germania, il Regno Unito, la Francia
e l’Italia. Secondo i dati provenienti dai mercati di origine hanno
inoltre mostrato un significativo aumento anche Colombia, Venezuela,
Spagna, Brasile e Messico (con una crescita nel numero di viaggiatori
superiore al 130%).
Secondo un rapporto dell’Ufficio Nazionale di Statistica, nei primi quattro mesi dell’anno il turismo internazionale ha registrato 1.282.734 visitatori (una crescita del 105% rispetto al 2013).
L’anno scorso Cuba ha raggiunto 2.852.572 visitatori (ma non ha superato la cifra prevista di tre milioni di turisti). Si tratta di una crescita modesta ma significativa, come riporta TTC.
Secondo un rapporto dell’Ufficio Nazionale di Statistica, nei primi quattro mesi dell’anno il turismo internazionale ha registrato 1.282.734 visitatori (una crescita del 105% rispetto al 2013).
L’anno scorso Cuba ha raggiunto 2.852.572 visitatori (ma non ha superato la cifra prevista di tre milioni di turisti). Si tratta di una crescita modesta ma significativa, come riporta TTC.
domenica 15 giugno 2014
LAS TUNAS
Crece en Las Tunas producción de carbón vegetal
Las Tunas, 14 jun (AIN) La Empresa Forestal Integral (EFI) de la provincia de Las Tunas produjo hasta la fecha 680 toneladas de carbón vegetal por encima de las dos mil 390 previstas, el cual es el principal renglón exportable de la entidad.Jorge Luis Padilla Carralero, Director Técnico de Desarrollo de la EFI, dijo a la AIN que del total se destinarán a la exportación más de mil 900 toneladas elaboradas a partir del marabú, especie exótica invasora que tiene una elevada calidad para este tipo de renglón.
Precisó que el carbón obtenido de esta planta es más pesado, lo que le aporta mayor contenido calórico y provoca que la quema sea más lenta, por lo cual resulta más económico que el logrado de árboles que crecen en montes naturales, cuya leña es más liviana.
La producción de marabú se concentra en cinco de los ocho municipios de la provincia, donde laboran más de 400 carboneros vinculados a la EFI, añadió Padilla Carralero, quien significó que se implementa un nuevo programa para lograr la eliminación total de la planta invasora una vez cortada para su aprovechamiento.
En 2013, por tercera ocasión consecutiva, la EFI rompió su récord productivo de carbón vegetal al alcanzar más de dos mil 810 toneladas, 308 por encima de lo previsto para la etapa.
La empresa en el territorio tiene a su cargo aproximadamente nueve mil hectáreas de tierra para la reforestación con especies como la algarroba de la india, acacia, eucalipto y casuarina, entre otras.
sabato 14 giugno 2014
mercoledì 11 giugno 2014
Cuba: una ‘prima’ a Miami per i ballerini disertori
di Lara B. Vargas. Scritto il 11 giugno 2014 alle 6:00.Sono già pronti ad esibirsi domenica prossima a Miami i sei danzatori del Balletto nazionale di Cuba (Bnc) che hanno “disertato” la scorsa fine settimana mentre si trovavano a Portorico: ad annunciarlo è stato il direttore del Balletto classico cubano di Miami, Pedro Pablo Peña, in dichiarazioni pubblicate dal quotidiano ‘El Nuevo Herald’.
Secondo il giornale, tre dei sei ballerini del corpo fondato da Alicia Alonso nel 1948 – Mónica Gómez, Ignacio Galíndez e Raisel Cruz- avrebbero raggiunto la città della Florida sabato scorso; i rimanenti – Jorge Oscar Sánchez, Ariel Soto e Lisset Santander – nella notte di lunedì.
I ‘fuggitivi’ potrebbero in realtà essere otto, dal momento che altri due non avrebbero fatto ancora ritorno all’Avana, ma in merito mancano ancora conferme ufficiali. Per i disertori quindi si prospetta una “prima” il 15 giugno al Miami Dade County Auditorium nell’ambito di un galà dedicato al balletto russo, con la partecipazione della prima ballerina del San Francisco Ballet, la cubana Lorena Feijoó.
lunedì 9 giugno 2014
Per Hillary Clinton si deve attenuare l’embargo contro Cuba
Negli ultimi tempi, i passi compiuti dall’ex Segretario Clinton e da Obama, aumentando i viaggi e le rimesse, hanno già avuto un impatto positivo maggiore che i precedenti 50 anni.
Hillary Clinton, intanto, negli Usa, continua a essere la favorita nei sondaggi come candidata del partito democratico alle elezioni presidenziali del 2016.
sabato 7 giugno 2014
FITCUBA
La Fiera Internazionale di Turismo di Cuba, FITCUBA 2015, sarà dedicata all’Italia, in qualità di paese ospite,come riporta l’agenzia di stampa cubana “Prensa Latina”.
Lo ha annunciato Hilda Prieto, presidente della sezione giornalistica specializzata in turismo dell’Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC) durante il Seminario internazionale di Giornalismo e Turismo svolto a L’Avana.
Circa 60 esperti provenienti da Colombia, Argentina, Ecuador, Cile, Uruguay, Paraguay, Panama, Perù, Nicaragua e Cuba si sono confrontati su questioni come “la destinazione Cuba”; “Hemingway e la sua eredità giornalistica a L’Avana”; “le ultime tendenze nei social networks”; “il sistema dell’industria globale dei viaggi e quella gastronomica”.
mercoledì 4 giugno 2014
Cubana Airlines e Air France firmano un accordo di cooperazione
I rappresentanti della Cubana Airlines e Air France hanno firmato un memorandum d’intesa che contribuirà allo sviluppo del traffico aereo per i Caraibi.L’accordo prevede di lavorare principalmente su un codice condiviso da attuare sulla rotta L’Avana-Parigi e sulla recentemente inaugurata rotta L’Avana-Martinica.
Prevede inoltre l’estensione del servizio di trasporto per il turismo francese ed europeo verso altre città di Cuba come Santiago de Cuba, Santa Clara e Holguín, in quest’ultima provincia si vuole sviluppare un forte canale di comunicazione.
Il terzo punto prevede di creare programmi per lo scambio di esperienze nei diversi settori tecnici e commerciali di entrambe le compagnie.
Le aziende hanno firmato in aprile un accordo esteso che consente a Cuba l’accesso a più di 30 destinazioni Air France in tutto il mondo e nei Caraibi, mentre la compagnia aerea francese utilizzerà il mercato domestico sviluppato da Cubana de Aviación.
Il prossimo giugno Air France festeggia i suoi 16 anni di attività a Cuba e come parte dell’interesse della compagnia aerea europea nell’ambito del turismo cubano, la copertina della rivista a bordo sarà dedicata alla nazione caraibica, le cui attrazioni sono esposte anche nelle sale di imbarco e sale VIP della società.
martedì 3 giugno 2014
Boston George il re della Cocaina di nuovo in libertà
Noi tutti lo conosciamo con il nome di Boston George, in realtà il vero nome è George Jung, il fantastico protagonista del film Blow interpretato da l’ineguagliabile Jonny Depp. Il film narra la storia del primo uomo che portò la cocaina negli stati uniti d’america negli anni70/80. E’ tratto dalla vera storia dell’americano e la sua reale collaborazione con il Cartello della droga e il re della cocaina il mitico Pablo Escobar. Alla fine del film dopo aver guadagnato migliaia di milioni di dollari ed averli successivamente persi a causa di tradimenti ed errori, il protagonista finisce definitivamente in prigione per tanti anni.Il film rende entusiasmante una storia cosi cruda e sanguinaria. La vera notizia però è che la pena sta per finire e il mitico Geroge Jung stà per uscire esattamente il 27 novembre 2014 all’eta di 72 anni; e la chicca più bella è che alla fine la figlia nel 2002 dopo aver visto il film andò a trovare il padre. Dopo lo sconto della pena chissà se rimarrà con le mani in mano o se contatterà qualche suo vecchio amico come Tonno o Diego Delgado…
auguri George ti aspettiamo..!!!
BRASILE
- 3 giugno 2014 - 10:00
Quale futuro per l’America Latina?
Le strategie economiche e relazionali dei Paesi del Sud America sono in continuo divenire. Una cosa però è certa: questo non è più il cortile di casa degli Stati Uniti. L’intervista all’esperto Adrian Bonilla
Dalla
fine delle dittature negli anni Novanta i Paesi latinoamericani hanno
elaborato diversi modelli di sviluppo che hanno generato una profonda
disuguaglianza tra gli Stati della regione e anche all’interno di ognuno
di essi. Con Adrian Bonilla, segretario generale di Flacso – organismo
internazionale il cui compito è la ricerca sociale nei Paesi del Sud
America e dei Caraibi – abbiamo analizzato il presente e il futuro di
quest’area.
Ha un ruolo importante ma non è una regione determinante né sul piano militare, né economico, né strategico-politico. Occorre considerare che la somma di tutti i PIL dei Paesi latinoamericani risulta inferiore al 10% del PIL mondiale. Inoltre si tratta di una zona lontana da tutti gli scenari strategici che potrebbero determinare l’assetto dell’ordine mondiale.
A livello commerciale però ha attirato l’interesse delle grandi potenze mondiali, in particolare della Cina
Negli ultimi vent’anni c’è stato un incremento degli investimenti cinesi in America Latina. La Cina è il secondo socio commerciale di quasi tutti i Paesi del mondo e il primo per molti di loro. L’influenza economica cinese per l’America Latina è importante ed è in grado da sola di spiegare il benessere latinoamericano dei primi dieci anni del Duemila. Va considerato però anche il rovescio della medaglia. Il dinamismo del mercato cinese ha infatti colpito le industrie di molti Paesi. Senza dimenticare che una grande quantità di minerali, materie prime e alimenti provenienti dall’America Latina finiscono in Cina. Nel caso specifico di Paesi come il Brasile, ci sono diversi punti d’incontro con la Cina, specie nell’ambito dei BRICS, ma non esiste, almeno a livello formale, un progetto politico comune.
Qual è dunque il peso reale della Cina in America Latina?
La strategia cinese in America Latina si basa sulla non interferenza dell’influenza politica esercitata dagli Stati Uniti. Pechino si limita allo scambio commerciale. Ma penso che arriverà il momento in cui la sua presenza economica finirà per diventare anche presenza politica.
Qual è invece il ruolo del Brasile?
Contrariamente a quello che sembra, il Brasile ha un’influenza limitata, non solo nella scena internazionale ma anche in quella latinoamericana. Il Brasile non ha la capacità economica né politica per generare iniziative da cui possano dipendere le altre nazioni. Qualsiasi sua iniziativa ha bisogno del consenso unanime degli altri Paesi nei diversi consigli regionali di cui il Brasile fa parte. Ad esempio, la Guyana o il Suriname, due economie piccole, possono imporre il veto a una risoluzione emessa dall’UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane) proposta dal Brasile o da qualsiasi altro Stato membro. Il Brasile non è neanche il socio commerciale più importante dei Paesi latinoamericani e dunque non ha una posizione egemonica nella regione. Nessun paese, neanche il Messico, gode di questa posizione.
Che momento sta attraversando Cuba?
Le diverse sanzioni a carico del governo cubano sono state ritirate e qualora intendesse chiedere di essere riammessa all’Organizzazione degli Stati Americani potrebbe farlo. Comunque, lo scenario resta abbastanza complesso poiché l’embargo commerciale, tutt’ora in vigore, si basa su diverse leggi degli Stati Uniti che per essere modificate avrebbero bisogno dell’approvazione di entrambe le Camere del Congresso, e difficilmente questo accadrà nel breve termine. Il governo statunitense utilizza Cuba per corteggiare i latini conservatori residenti negli States. Per questo motivo tiene in piedi alcune sanzioni ridicole che potrebbe togliere senza nemmeno dover ricorrere al parere del Congresso. Un esempio è l’inserimento di Cuba nella black list dei Paesi sostenitori del terrorismo.
Che relazioni intrattiene il governo cubano con gli altri Paesi latinoamericani?
Per tutto questo tempo l’America Latina, tranne qualche eccezione, ha ripudiato l’embargo imposto dagli Stati Uniti a Cuba. Allo stesso tempo, sulla base di una politica di non intervento e di autodeterminazione, non c’è stata una politica collettiva che abbia insistito sul cambiamento del regime cubano. Ai latinoamericani non importa il tipo di governo che c’è a Cuba, bensì interessa che l’isola possa godere di un’economia libera dalle restrizioni degli USA.
Le sorti di Cuba e del Venezuela sono legate in qualche modo?
Cuba riceve aiuti dal Venezuela ma il futuro cubano non dipende dal petrolio venezuelano. Ricordiamo che Cuba è rimasta stabile persino dopo la scomparsa dell’URSS.
L’America Latina ha registrato negli ultimi anni lo sviluppo di diversi modelli economici, quali sono i principali?
Ce ne sono diversi. Per semplificare possiamo dire che la metà del PIL si muove in economie aperte, l’altra metà in economie protette.
Quale di questi due modelli ha vinto sinora?
La crescita economica è stata simile. Paesi più “protezionisti” come Brasile, Argentina, Uruguay, Ecuador e Bolivia hanno avviato politiche sociali di successo (nella lotta alla povertà, per il miglioramento della sanità e dell’istruzione) e allo stesso tempo hanno raggiunto una crescita economica importante, mentre Paesi come Costa Rica e Repubblica Dominicana, basati su un modello liberale, hanno avuto risultati simili.
Su quale base poggia allora il nuovo regionalismo latinoamericano?
Il nuovo regionalismo si basa su logiche politiche e non necessariamente ideologiche. Nella CELAC (Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi) confluiscono Paesi con economie liberali ed economie protette, governi di centro-destra con governi di centro-sinistra, e nell’UNASUR accade lo stesso. A causa dei diversi modelli di sviluppo è però risultato difficile stabilire accordi di integrazione commerciale, motivo per cui si è puntato su associazioni di carattere politico e non economico.
TAGS: America Latina, BRICS, CELAC, economia, Unasur
Qual è il ruolo dell’America Latina nel contesto internazionale attuale?
Ha un ruolo importante ma non è una regione determinante né sul piano militare, né economico, né strategico-politico. Occorre considerare che la somma di tutti i PIL dei Paesi latinoamericani risulta inferiore al 10% del PIL mondiale. Inoltre si tratta di una zona lontana da tutti gli scenari strategici che potrebbero determinare l’assetto dell’ordine mondiale.
A livello commerciale però ha attirato l’interesse delle grandi potenze mondiali, in particolare della Cina
Negli ultimi vent’anni c’è stato un incremento degli investimenti cinesi in America Latina. La Cina è il secondo socio commerciale di quasi tutti i Paesi del mondo e il primo per molti di loro. L’influenza economica cinese per l’America Latina è importante ed è in grado da sola di spiegare il benessere latinoamericano dei primi dieci anni del Duemila. Va considerato però anche il rovescio della medaglia. Il dinamismo del mercato cinese ha infatti colpito le industrie di molti Paesi. Senza dimenticare che una grande quantità di minerali, materie prime e alimenti provenienti dall’America Latina finiscono in Cina. Nel caso specifico di Paesi come il Brasile, ci sono diversi punti d’incontro con la Cina, specie nell’ambito dei BRICS, ma non esiste, almeno a livello formale, un progetto politico comune.
Qual è dunque il peso reale della Cina in America Latina?
La strategia cinese in America Latina si basa sulla non interferenza dell’influenza politica esercitata dagli Stati Uniti. Pechino si limita allo scambio commerciale. Ma penso che arriverà il momento in cui la sua presenza economica finirà per diventare anche presenza politica.
Qual è invece il ruolo del Brasile?
Contrariamente a quello che sembra, il Brasile ha un’influenza limitata, non solo nella scena internazionale ma anche in quella latinoamericana. Il Brasile non ha la capacità economica né politica per generare iniziative da cui possano dipendere le altre nazioni. Qualsiasi sua iniziativa ha bisogno del consenso unanime degli altri Paesi nei diversi consigli regionali di cui il Brasile fa parte. Ad esempio, la Guyana o il Suriname, due economie piccole, possono imporre il veto a una risoluzione emessa dall’UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane) proposta dal Brasile o da qualsiasi altro Stato membro. Il Brasile non è neanche il socio commerciale più importante dei Paesi latinoamericani e dunque non ha una posizione egemonica nella regione. Nessun paese, neanche il Messico, gode di questa posizione.
Che momento sta attraversando Cuba?
Le diverse sanzioni a carico del governo cubano sono state ritirate e qualora intendesse chiedere di essere riammessa all’Organizzazione degli Stati Americani potrebbe farlo. Comunque, lo scenario resta abbastanza complesso poiché l’embargo commerciale, tutt’ora in vigore, si basa su diverse leggi degli Stati Uniti che per essere modificate avrebbero bisogno dell’approvazione di entrambe le Camere del Congresso, e difficilmente questo accadrà nel breve termine. Il governo statunitense utilizza Cuba per corteggiare i latini conservatori residenti negli States. Per questo motivo tiene in piedi alcune sanzioni ridicole che potrebbe togliere senza nemmeno dover ricorrere al parere del Congresso. Un esempio è l’inserimento di Cuba nella black list dei Paesi sostenitori del terrorismo.
Che relazioni intrattiene il governo cubano con gli altri Paesi latinoamericani?
Per tutto questo tempo l’America Latina, tranne qualche eccezione, ha ripudiato l’embargo imposto dagli Stati Uniti a Cuba. Allo stesso tempo, sulla base di una politica di non intervento e di autodeterminazione, non c’è stata una politica collettiva che abbia insistito sul cambiamento del regime cubano. Ai latinoamericani non importa il tipo di governo che c’è a Cuba, bensì interessa che l’isola possa godere di un’economia libera dalle restrizioni degli USA.
Le sorti di Cuba e del Venezuela sono legate in qualche modo?
Cuba riceve aiuti dal Venezuela ma il futuro cubano non dipende dal petrolio venezuelano. Ricordiamo che Cuba è rimasta stabile persino dopo la scomparsa dell’URSS.
L’America Latina ha registrato negli ultimi anni lo sviluppo di diversi modelli economici, quali sono i principali?
Ce ne sono diversi. Per semplificare possiamo dire che la metà del PIL si muove in economie aperte, l’altra metà in economie protette.
Quale di questi due modelli ha vinto sinora?
La crescita economica è stata simile. Paesi più “protezionisti” come Brasile, Argentina, Uruguay, Ecuador e Bolivia hanno avviato politiche sociali di successo (nella lotta alla povertà, per il miglioramento della sanità e dell’istruzione) e allo stesso tempo hanno raggiunto una crescita economica importante, mentre Paesi come Costa Rica e Repubblica Dominicana, basati su un modello liberale, hanno avuto risultati simili.
Su quale base poggia allora il nuovo regionalismo latinoamericano?
Il nuovo regionalismo si basa su logiche politiche e non necessariamente ideologiche. Nella CELAC (Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi) confluiscono Paesi con economie liberali ed economie protette, governi di centro-destra con governi di centro-sinistra, e nell’UNASUR accade lo stesso. A causa dei diversi modelli di sviluppo è però risultato difficile stabilire accordi di integrazione commerciale, motivo per cui si è puntato su associazioni di carattere politico e non economico.
lunedì 2 giugno 2014
GLI AREOPORTI
Per quel che mi ricordo durante i miei viaggi ho sempre fatto una classifica anche sugli aeroporti..... quelli internazionali intendo...,,,Habana; Holguin, Santiago.......ci metto anche Camaguey visto che in un breve periodo ha funzionato.....mentre Santa Clara è aperto da poco rispetto gli altri.
Cayo Largo non lo considero essendo una piccola isola il turismo è quello da villaggio.
La classifica non è in se per la grandezza o i servizi ma più che altro sulla dogana e sul personale che ci lavora.
Se si considera che nel maggiore quello della capitale passano più passeggeri potrei dire che durante gli anni mi ha dato meno problemi in controlli o perdite di tempo.......il discorso è diverso per holguin e Santiago......
Il primo è legato per una buona percentuale ai villaggi e ci sono molti gruppi organizzati che arrivano quindi dovrebbero essere più soft...giusto...? sbagliato....in molti charter c'è molto turismo fai da te quindi essendo piccolo spesso rompono gli zebedei........e anche se gli aerei a volte atterrano a notte fonda..... se non fai parte del gruppo hotel...ti può capitare di trovare doganieri moooooolto zelanti.
Santiago che si trova all'estremo sud dell'isola....nella classifica lo metto in fondo.....retrocesso.
Sarà che arrivano pochissimi aerei, quasi sempre di gente non legata ai resort...visto che giù sono quasi inesistenti.....tutti i passeggeri fanno parte del fai da te....di conseguenza ci sono più rotture qui con le valige che nel resto dell'isola.
La dogana di Santiago la reputo la peggiore almeno una volta era così adesso non so...è passato un po' di tempo dall'ultima volta che son atterrato......comunque la mia memoria non m'inganna nel dirvi che per ogni cosa che si portava in valigia avevano qualcosa da dire...quasi come se la legge la facevano li sul momento.
C'era sempre da litigare..per tutto e su tutto......oltre le lunghe code all'ufficio passaporti.
Camaguey è stato aperto non per molto.....Varadero....son quasi tutti resort...mentre Santa Clara è aperto da poco non pervenuto...............
Cayo Largo non lo considero essendo una piccola isola il turismo è quello da villaggio.
La classifica non è in se per la grandezza o i servizi ma più che altro sulla dogana e sul personale che ci lavora.
Se si considera che nel maggiore quello della capitale passano più passeggeri potrei dire che durante gli anni mi ha dato meno problemi in controlli o perdite di tempo.......il discorso è diverso per holguin e Santiago......
Il primo è legato per una buona percentuale ai villaggi e ci sono molti gruppi organizzati che arrivano quindi dovrebbero essere più soft...giusto...? sbagliato....in molti charter c'è molto turismo fai da te quindi essendo piccolo spesso rompono gli zebedei........e anche se gli aerei a volte atterrano a notte fonda..... se non fai parte del gruppo hotel...ti può capitare di trovare doganieri moooooolto zelanti.
Santiago che si trova all'estremo sud dell'isola....nella classifica lo metto in fondo.....retrocesso.
Sarà che arrivano pochissimi aerei, quasi sempre di gente non legata ai resort...visto che giù sono quasi inesistenti.....tutti i passeggeri fanno parte del fai da te....di conseguenza ci sono più rotture qui con le valige che nel resto dell'isola.
La dogana di Santiago la reputo la peggiore almeno una volta era così adesso non so...è passato un po' di tempo dall'ultima volta che son atterrato......comunque la mia memoria non m'inganna nel dirvi che per ogni cosa che si portava in valigia avevano qualcosa da dire...quasi come se la legge la facevano li sul momento.
C'era sempre da litigare..per tutto e su tutto......oltre le lunghe code all'ufficio passaporti.
Camaguey è stato aperto non per molto.....Varadero....son quasi tutti resort...mentre Santa Clara è aperto da poco non pervenuto...............
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