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mercoledì 4 giugno 2014

Windsurfing from Cuba to start a new life in US - BBC News


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Cubana Airlines e Air France firmano un accordo di cooperazione

Ana Margarita Godoy, Cubana Airlines e Zoran Jelkin, vicepresidente Air France per Caraibi e Latin America.
I rappresentanti della Cubana Airlines e Air France hanno firmato un memorandum d’intesa che contribuirà allo sviluppo del traffico aereo per i Caraibi.
L’accordo prevede di lavorare principalmente su un codice condiviso da attuare sulla rotta L’Avana-Parigi e sulla recentemente inaugurata rotta L’Avana-Martinica.
Prevede inoltre l’estensione del servizio di trasporto per il turismo francese ed europeo verso altre città di Cuba come Santiago de Cuba, Santa Clara e Holguín, in quest’ultima provincia si vuole sviluppare un forte canale di comunicazione.
Il terzo punto prevede di creare programmi per lo scambio di esperienze nei diversi settori tecnici e commerciali di entrambe le compagnie.
Le aziende hanno firmato in aprile un accordo esteso che consente a Cuba l’accesso a più di 30 destinazioni Air France in tutto il mondo e nei Caraibi, mentre la compagnia aerea francese utilizzerà il mercato domestico sviluppato da Cubana de Aviación.
Il prossimo giugno Air France festeggia i suoi 16 anni di attività a Cuba e come parte dell’interesse della compagnia aerea europea nell’ambito del turismo cubano, la copertina della rivista a bordo sarà dedicata alla nazione caraibica, le cui attrazioni sono esposte anche nelle sale di imbarco e sale VIP della società.

martedì 3 giugno 2014

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Boston George il re della Cocaina di nuovo in libertà

Noi tutti lo conosciamo con il nome di Boston George, in realtà il vero nome è George Jung, il fantastico protagonista del film Blow interpretato da l’ineguagliabile Jonny Depp. Il film narra la storia del primo uomo che portò la cocaina negli stati uniti d’america negli anni70/80. E’ tratto dalla vera storia dell’americano e la sua reale collaborazione con il Cartello della droga e il re della cocaina il mitico Pablo Escobar. Alla fine del film dopo aver guadagnato migliaia di milioni di dollari ed averli successivamente persi a causa di tradimenti ed errori, il protagonista finisce definitivamente in prigione per tanti anni.
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Il film rende entusiasmante una storia cosi cruda e sanguinaria. La vera notizia però è che la pena sta per finire e il mitico Geroge Jung stà per uscire esattamente il 27 novembre 2014 all’eta di 72 anni; e la chicca più bella è che alla fine la figlia nel 2002 dopo aver visto il film andò a trovare il padre. Dopo lo sconto della pena chissà se rimarrà con le mani in mano o se contatterà qualche suo vecchio amico come Tonno o Diego Delgado…
auguri George ti aspettiamo..!!! ;)

- 3 giugno 2014 - 10:00

Quale futuro per l’America Latina?

Le strategie economiche e relazionali dei Paesi del Sud America sono in continuo divenire. Una cosa però è certa: questo non è più il cortile di casa degli Stati Uniti. L’intervista all’esperto Adrian Bonilla



 
 
BRASILE ECONOMIADalla fine delle dittature negli anni Novanta i Paesi latinoamericani hanno elaborato diversi modelli di sviluppo che hanno generato una profonda disuguaglianza tra gli Stati della regione e anche all’interno di ognuno di essi. Con Adrian Bonilla, segretario generale di Flacso – organismo internazionale il cui compito è la ricerca sociale nei Paesi del Sud America e dei Caraibi – abbiamo analizzato il presente e il futuro di quest’area.

 

Qual è il ruolo dell’America Latina nel contesto internazionale attuale?
Ha un ruolo importante ma non è una regione determinante né sul piano militare, né economico, né strategico-politico. Occorre considerare che la somma di tutti i PIL dei Paesi latinoamericani risulta inferiore al 10% del PIL mondiale. Inoltre si tratta di una zona lontana da tutti gli scenari strategici che potrebbero determinare l’assetto dell’ordine mondiale.

A livello commerciale però ha attirato l’interesse delle grandi potenze mondiali, in particolare della Cina
Negli ultimi vent’anni c’è stato un incremento degli investimenti cinesi in America Latina. La Cina è il secondo socio commerciale di quasi tutti i Paesi del mondo e il primo per molti di loro. L’influenza economica cinese per l’America Latina è importante ed è in grado da sola di spiegare il benessere latinoamericano dei primi dieci anni del Duemila. Va considerato però anche il rovescio della medaglia. Il dinamismo del mercato cinese ha infatti colpito le industrie di molti Paesi. Senza dimenticare che una grande quantità di minerali, materie prime e alimenti provenienti dall’America Latina finiscono in Cina. Nel caso specifico di Paesi come il Brasile, ci sono diversi punti d’incontro con la Cina, specie nell’ambito dei BRICS, ma non esiste, almeno a livello formale, un progetto politico comune.

Qual è dunque il peso reale della Cina in America Latina?
La strategia cinese in America Latina si basa sulla non interferenza dell’influenza politica esercitata dagli Stati Uniti. Pechino si limita allo scambio commerciale. Ma penso che arriverà il momento in cui la sua presenza economica finirà per diventare anche presenza politica.

Qual è invece il ruolo del Brasile?
Contrariamente a quello che sembra, il Brasile ha un’influenza limitata, non solo nella scena internazionale ma anche in quella latinoamericana. Il Brasile non ha la capacità economica né politica per generare iniziative da cui possano dipendere le altre nazioni. Qualsiasi sua iniziativa ha bisogno del consenso unanime degli altri Paesi nei diversi consigli regionali di cui il Brasile fa parte. Ad esempio, la Guyana o il Suriname, due economie piccole, possono imporre il veto a una risoluzione emessa dall’UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane) proposta dal Brasile o da qualsiasi altro Stato membro. Il Brasile non è neanche il socio commerciale più importante dei Paesi latinoamericani e dunque non ha una posizione egemonica nella regione. Nessun paese, neanche il Messico, gode di questa posizione.

Che momento sta attraversando Cuba?
Le diverse sanzioni a carico del governo cubano sono state ritirate e qualora intendesse chiedere di essere riammessa all’Organizzazione degli Stati Americani potrebbe farlo. Comunque, lo scenario resta abbastanza complesso poiché l’embargo commerciale, tutt’ora in vigore, si basa su diverse leggi degli Stati Uniti che per essere modificate avrebbero bisogno dell’approvazione di entrambe le Camere del Congresso, e difficilmente questo accadrà nel breve termine. Il governo statunitense utilizza Cuba per corteggiare i latini conservatori residenti negli States. Per questo motivo tiene in piedi alcune sanzioni ridicole che potrebbe togliere senza nemmeno dover ricorrere al parere del Congresso. Un esempio è l’inserimento di Cuba nella black list dei Paesi sostenitori del terrorismo.

Che relazioni intrattiene il governo cubano con gli altri Paesi latinoamericani?
Per tutto questo tempo l’America Latina, tranne qualche eccezione, ha ripudiato l’embargo imposto dagli Stati Uniti a Cuba. Allo stesso tempo, sulla base di una politica di non intervento e di autodeterminazione, non c’è stata una politica collettiva che abbia insistito sul cambiamento del regime cubano. Ai latinoamericani non importa il tipo di governo che c’è a Cuba, bensì interessa che l’isola possa godere di un’economia libera dalle restrizioni degli USA.

Le sorti di Cuba e del Venezuela sono legate in qualche modo?
Cuba riceve aiuti dal Venezuela ma il futuro cubano non dipende dal petrolio venezuelano. Ricordiamo che Cuba è rimasta stabile persino dopo la scomparsa dell’URSS.

L’America Latina ha registrato negli ultimi anni lo sviluppo di diversi modelli economici, quali sono i principali?
Ce ne sono diversi. Per semplificare possiamo dire che la metà del PIL si muove in economie aperte, l’altra metà in economie protette.

Quale di questi due modelli ha vinto sinora?
La crescita economica è stata simile. Paesi più “protezionisti” come Brasile, Argentina, Uruguay, Ecuador e Bolivia hanno avviato politiche sociali di successo (nella lotta alla povertà, per il miglioramento della sanità e dell’istruzione) e allo stesso tempo hanno raggiunto una crescita economica importante, mentre Paesi come Costa Rica e Repubblica Dominicana, basati su un modello liberale, hanno avuto risultati simili.

Su quale base poggia allora il nuovo regionalismo latinoamericano?
Il nuovo regionalismo si basa su logiche politiche e non necessariamente ideologiche. Nella CELAC (Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi) confluiscono Paesi con economie liberali ed economie protette, governi di centro-destra con governi di centro-sinistra, e nell’UNASUR accade lo stesso. A causa dei diversi modelli di sviluppo è però risultato difficile stabilire accordi di integrazione commerciale, motivo per cui si è puntato su associazioni di carattere politico e non economico.
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lunedì 2 giugno 2014

GLI AREOPORTI

Per quel che mi ricordo durante i miei viaggi ho sempre fatto una classifica anche sugli aeroporti..... quelli internazionali intendo...,,,Habana; Holguin, Santiago.......ci metto  anche Camaguey visto che in un breve periodo ha funzionato.....mentre Santa Clara è aperto da poco rispetto gli altri.
Cayo Largo non lo considero  essendo una piccola isola il turismo è quello da villaggio.
La classifica non è in se per la grandezza o i servizi ma più che altro sulla dogana e sul personale che ci lavora.
Se si considera che nel maggiore quello della capitale passano più passeggeri potrei dire che durante gli anni mi ha dato meno problemi in controlli o perdite di tempo.......il discorso è diverso per holguin e Santiago......
Il primo è legato per una buona percentuale ai villaggi e ci sono molti gruppi organizzati che arrivano quindi dovrebbero essere più soft...giusto...? sbagliato....in molti charter  c'è molto turismo fai da te quindi  essendo piccolo spesso rompono gli zebedei........e anche se gli aerei a volte atterrano a notte fonda..... se non fai parte del gruppo hotel...ti può capitare di trovare doganieri moooooolto zelanti.
Santiago  che si trova all'estremo sud dell'isola....nella classifica lo metto in fondo.....retrocesso.
Sarà che arrivano  pochissimi aerei, quasi sempre di gente non legata ai resort...visto che  giù sono quasi inesistenti.....tutti i passeggeri fanno parte del fai da te....di conseguenza ci sono più rotture qui con le valige che nel resto dell'isola.
La dogana di Santiago la reputo la peggiore almeno una volta era così adesso non so...è passato un po' di  tempo  dall'ultima volta che son atterrato......comunque la mia memoria non m'inganna nel dirvi che per ogni cosa che si portava in valigia avevano qualcosa da dire...quasi come se la legge la facevano li sul momento.
C'era sempre da litigare..per tutto e su tutto......oltre le lunghe code  all'ufficio passaporti.
Camaguey è stato aperto non per molto.....Varadero....son quasi tutti resort...mentre Santa Clara è aperto da poco non pervenuto...............












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