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mercoledì 13 agosto 2014

Cuba: Fidel Castro compie 88 anni

Concerti e una mostra fotografica all'Avana

Come avviene ormai da tempo, Fidel Castro ha oggi mantenuto un profilo basso in occasione del suo compleanno: il 'lider maximo' cubano ha compiuto 88 anni, ricorrenza che comunque Cuba ha celebrato con una mostra fotografica di cui l'ex presidente è il protagonista. Ormai dal 2006, Castro non occupa nessun incarico pubblico. All'Avana non sono state organizzate grandi manifestazioni o meeting pubblici, solo qualche concerto e una mostra di foto e audiovisiva allestita nella 'Plaza de la Revolucion' del regista Roberto Chile intitolata "Fidel è Fidel", nella quale è possibile percorrere l'ultima fase della sua presidenza, dal 1984 al 2006. In quegli anni, Chile lo ha accompagnato costantemente, documentando le sue attività pubbliche e private, a dimostrazione della "personalità instancabile" del leader. Nella città di Camaguey ieri notte una trentina di giovani artisti hanno d'altra parte partecipato ai festeggiamenti in coincidenza con la celebrazione della Giornata Internazionale della Gioventù. Il sito web ufficiale Cubadebate dedica a sua volta ampio spazio al compleanno del "comandante", ricordando inoltre i lavori di ristrutturazione della casa della famiglia Castro di Biran - nella provincia di Holguin - "oggi monumento nazionale, il luogo dove sono nati due 'grandi' della storia cubana", e cioè Fidel e Raul, fratello e successore del 'lider maximo' quale presidente di Cuba.

Cuba: stop al ‘sogno petrolifero’, l’Avana punta a energie alternative

Fallito il tentativo delle prospezioni petrolifere in acque profonde, Cuba ha deciso di concentrarsi sulle energie rinnovabili e migliorare la produzione di greggi con pozzi sulla terraferma, a causa dello svanito interesse delle grandi imprese straniere all’off-shore.

Misna - Alla promozione di energie alternative il governo pianifica infatti di destinare nell’arco dei prossimi 15 anni fino a 3,6 miliardi di dollari, come annunciato di recente dal vice presidente e membro dell’ufficio politico del Partito comunista cubano (Pcc), Marino Murillo.
A fronte di una grande quantità di petrolio di più facile accesso in diverse regioni del pianeta e anche a causa dei persistenti ostacoli posti dall’embargo statunitense , tutte le imprese straniere coinvolte nel 2012 in diversi tentativi di perforazione in acque profonde, fatta eccezione per la norvegese Statoil e la venezuelana Pdvsa, si sono ritirate. E che il settore non interessi più sembra dimostrato anche dalla decisione della compagnia statale russa Rosneft e della Chinese National Petroleum Company (Cnpc) di limitarsi ad aiutare L’Avana ad estrarre più pertolio nella sua tradizionale fascia nord-occidentale.

Con le energie rinnovabili come nuova priorità, L’Avana cerca dunque altri investitori. Per il 2030, ha detto Murillo, il governo si prefigge di ridurre dal 96 al 76% la produzione di energia elettrica proveniente dal petrolio; la rimanente è generata oggi da 19 impianti di bioelettricità connessi a zuccherifici, oltre a 13 parchi eolici e fotovoltaici.

venerdì 8 agosto 2014


Torna la "crisi dei balseros", in 40.000 lasciano Cuba ogni anno

Oggi principale motivo emigrazione di massa (legale) è economico


      AFP
L'Avana, 4 ago. (TMNews) - Di fronte a condizioni di lavoro non facili, i cubani continuano a emigrare in massa, venti anni dopo la "crisi dei balseros", un'ondata emigratoria che vide più di 37.000 persone lasciare l'isola comunista su imbarcazioni di fortuna per raggiungere gli Stati Uniti.

L'emigrazione massiccia avvenne al culmine della crisi economica che seguì il crollo dell'impero sovietico e rappresentò la prima grande protesta popolare contro il regime di Fidel Castro, allora al potere da 35 anni. Essa servì anche a condurre delle trattative segrete con Washington, per creare una politica di immigrazione in vigore tutt'oggi.

Sebbene il peggio della crisi economica sia passato, ogni anno 40.000 cubani emigrano, la maggior parte in maniera legale.

venerdì 11 luglio 2014

Google: Primi passi verso Cuba

Una delle notizie che i quotidiani latinoamericani hanno ripetuto all’unisono in questi ultimi giorni si riferisce alla visita ufficiale che il presidente di Google, Eric Schmidt, insieme ad alcuni colleghi, ha realizzato a Cuba alla fine di giugno.
Il presidente di Google si è infatti incontrato con le autorità cubane a l’Avana, e si immagina che ovviamente l’argomento di discussione sia stato la diffusione di internet nell’isola. Durante la visita ufficiale a Cuba, la delegazione di Google ha incontrato anche molti studenti di diversi istituti politecnici nazionali tra i quali l’Università delle Scienze Informatiche, la UCI.
Oltre al programma ufficiale che prevedeva la visita alle istituzioni pubbliche, la delegazione nordamericana ha anche deciso di incontrarsi con la redazione di 14ymedio.com, guidata dalla ormai famosa blogger Yoani Sánchez, che da molti viene considerata l’unica voce ufficiale della dissidenza sull’isola. Vale la pena ricordare, per dovere di cronaca, che molti cubani e non solo, considerano Yoani una pedina al soldo dei servizi di intelligence degli USA. E non è difficile dargli torto dato che è probabilmente l’unica cubana che aveva accesso a Twitter quando ancora sull’isola nessuno poteva accedere a Internet.
Molti quotidiani europei, soprattutto spagnoli, hanno inoltre approfittato di questa notizia per pubblicare articoli faziosi nei quali si sottolinea da più parti che l’accesso a Internet a Cuba è ancora proibito, almeno nelle case private.
Notizia falsa. Sono mesi che i Cubani possono accedere a Internet con il telefono cellulare, non lo fanno in massa perché il prezzo e proibitivo, questo si è vero. E può anche essere vero che le autorità locali non facciano tutto il possibile per velocizzare il processo che porterà l’accesso a Internet da telefono fisso direttamente nelle case private, ma da qui a dire che l’unica alternativa dei cubani per accedere a Internet è quella di pagare 6 CUC all’ora nei ‘locutorios’ (Internet Caffè) è solo fare demagogia.
Altra analisi tendenziosa è quella che segnala l’inutilizzo del cavo in fibra ottica che unisce il Venezuela a Cuba da più di un anno. Vediamo un po’: se io porto una tubazione del diametro esagerato di metri e metri che può convogliare migliaia di litri d’acqua davanti alla porta di casa vostra e poi li mi incontro con un sistema idrico obsoleto mai rinnovato negli ultimi 60 anni e fatto di tubi molto piccoli del diametro di pochi millimetri, quanti litri d’acqua pensate di poter ricevere voi in casa?
Vediamo piuttosto di togliere l’embargo criminale che strozza l’isola da almeno 60 anni e poi diamo tempo ai cubani di recuperare il tempo perduto. Solo così potremo realmente verificare se il problema è la mancanza di volontà da parte delle autorità locali o se invece c’è anche lo zampino della vecchia guardia di esiliati cubani a Miami che sono i veri ed unici rimasti a sostenere la politica di chiusura verso Cuba.
Non parliamo poi della possibilità di utilizzare uno dei globi aerostatici che Google ha ipotizzato di produrre in passato, come strumento per offrire la connessione in quelle aree del mondo dove è l’accesso a Internet è più difficile. A parte il fatto che il progetto sembra essersi arenato per problemi di difficile attuazione e viene sostituito ora dalla più praticabile idea di utilizzare dei mini satelliti a bassa quota, ma quand’anche si potesse utilizzare: vi immaginate dei globi aerostatici (sonde, palloncini nell’atmosfera), in un area come quella delle Antille dove si verificano una quantità di uragani altamente distruttivi ogni anno? Bisogna essere cretini solo a pensarci! Ma la blogger Yoani ha pubblicato che questa possibilità non è fattibile perché…? Ma perché le autorità locali non darebbero il loro permesso. Ma per favore…

Spero di tutto cuore che i membri della delegazione di Google che hanno visitato Cuba siano più intelligenti, saggi e obiettivi dei rappresentanti della cosiddetta dissidenza locale. E questo significa che spero che oltre ad auspicare la totale apertura dell’isola siano anche disposti, quando questa ci sarà, a non censurare tutta l’informazione per loro scomoda che viene pubblicata da siti e blog cubani. La verità non sta mai da una parte sola…

RUSSIA E CUBA


Putin alla (ri)conquista di Cuba
Per chi sostiene che Vladimir Putin abbia la pretesa di ricompattare l’Unione sovietica c’è un altro elemento che lo conferma: il viaggio del presidente russo a Cuba, antica alleata nella guerra contro gli Stati Uniti.
TOUR LATINOAMERICANO
Prima di un viaggio ufficiale che lo porterà in Argentina e Brasile, Putin sbarcherà oggi a La Habana, conscio che dal Foro di São Paulo del 1990 il regime dei fratelli Castro ha stretto legami con Paesi commercialmente attraenti per il Cremlino. Gli Stati Uniti guardano da vicino i nuovi movimenti geopolitici della Russia.
ANTICHI RISENTIMENTI
Putin incontrerà Raúl Castro e il fratello Fidel, protagonisti della Guerra fredda. L’isola di Cuba è stata un elemento strategico negli anni ‘60. La scoperta di missili nucleari sovietici in territorio cubano nel 1962 ha potato al limite il conflitto tra le potenze. L’allora presidente Fidel Castro non ha mai perdonato l’accordo fatto alle sue spalle tra John F. Kennedy e Nikita Kruchov per ritirare i missili.
CONFLITTO UCRAINO
Putin arriva a Cuba in un momento molto delicato: la crisi per il controllo dell’Ucraina nella quale sono coinvolti gli Stati Uniti e gli alleati europei. L’intervento della diplomazia americana ora dovrà fare i conti con l’ingresso di Mosca in Americana latina. Per ingraziarsi il governo cubano, Putin ha condonato il 90% del debito cubano: circa 26 miliardi di euro in 30 anni.
SCAMBI COMMERCIALI
Questa è la seconda volta che Putin visita Cuba, mentre Raúl Castro è andato a Mosca come presidente due volte: nel 2009 e nel 2012. Gli scambi commerciali con Cuba superano i 200 milioni di euro. Nella lista dei partner economici ci sono Venezuela, Cina e Spagna.
ACCORDI MILITARI
Dal 2005 la Russia è impegnata nell’avvicinamento al governo comunista dell’isola, anche dal punto di vista militare. Putin tratterà questi temi in maniera riservata con il colonnello Alejandro Castro Espín, figlio di Raúl Castro, responsabile della Commissione di Difesa. Qualche mese fa nelle acque cubane è attraccata la nave Viktor Leonov. Secondo alcune indiscrezioni, le parti concorderanno altre operazioni di intelligence della Marina di guerra russa a Cuba.

giovedì 10 luglio 2014


PROCESSO DI PACE, APPUNTAMENTO IL 15 ALL’AVANA

Il governo e le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, torneranno al tavolo del processo di pace il 15 luglio per affrontare il tema delle vittime del conflitto: lo hanno annunciato le parti in un comunicato congiunto, in cui viene messo in rilievo il raggiungimento di un accordo per la partecipazione di rappresentanti delle vittime al tavolo delle trattative.
Il prossimo punto in discussione affronterà quindi la situazione delle vittime della guerra, il riconoscimento dei loro diritti, l’accesso alla giustizia e alla riparazione. L’Onu e l’Università nazionale colombiana sono state incaricate di raccogliere istanze e suggerimenti dai diretti interessati attraverso tre forum regionali e uno nazionale per poi riunirli e portarli in sede di negoziato.
In 18 mesi di trattative, le parti riunite all’Avana hanno raggiunto tre accordi preliminari sulla questione agraria, la partecipazione della guerriglia alla vita politica, le droghe e le coltivazioni illecite.
[FB]