Non accetteremo sanzioni imposte dal Congresso degli Stati Uniti. Lo ha affermato il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, il quale ha aggiunto che porterà il caso in tutte le sedi mondiali. “Solo gli imperi coloniali possono praticare le leggi extraterritoriali. Qualunque norma approvata dal Congresso Usa per sanzionare il Venezuela – ha sottolineato -, non la riconosceremo e ci opporremo ovunque”. Il capo di stato fa riferimento al disegno di legge che il comitato Relazioni estere della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha adottato il 9 maggio per imporre sanzioni a funzionari venezuelani, in relazione alle violente repressioni delle proteste nel paese latino americano, che a oggi hanno causato oltre 40 morti e centinaia di feriti. Il disegno, per diventare efficace, dovrà essere prossimamente ratificato dal Senato. Le relazioni tra i due paesi sono in uno dei loro momenti più bassi. Soprattutto dopo la guerra a colpi di espulsioni di diplomatici avviata dopo lo scoppio delle proteste. Caracas ha cacciato otto funzionari statunitensi accusati di presunte ingerenze negli affari interni. Poco dopo Washington ha reagito in modo simile. “Sono sicuro che il Movimento dei Paesi Non Allineati, 118 nazioni che si sono riunite in Algeria, accoglierà la tesi venezuelana e respingerà la minaccia delle sanzioni”, ha detto il presidente, aggiungendo che il ministro degli Esteri venezuelano, Elias Jaua, è volato in quella sede per chiedere supporto .
“Il percorso delle sanzioni è un metodo fallito in anticipo fallito – ha ribadito Maduro -. Come è risultato fallito il metodo dell’embargo e la persecuzione contro il popolo cubano”. Per quanto riguarda le sanzioni, il presidente venezuelano ha spiegato che hanno a che vedere col diniego dei negare i visti e con il congelamento dei conti bancari dee funzionari venezuelani. A questo proposito, ha affermato che gli Usa possono “revocare o vietare i visti a chi vogliono” e sulla questione del congelamento degli asset, ha rilevato di non sapere a quali conti correnti si faccia riferimento. Tra i destinatari di queste sanzioni, ha proseguito il successore di Hugo Chavez, c’è anche il comandante delle forze armate venezuelane, dato che i provvedimenti sono rivolti principalmente ai militari. “Stanno facendo ciò – ha denunciato Maduro – perché non sono riusciti a infiltrarsi all’interno delle forze armate. Non ho trovato un solo soldato che si è messo al servizio dei piani di colpo di stato degli Stati Uniti. Perciò, vogliono punire l'onore, la morale e l'impegno dei nostri militari”. Il presidente venezuelano ha anche ribadito che il suo governo vuole solo la pace e rispettose relazioni con gli Stati Uniti e ha ricordato di aver nominato un nuovo ambasciatore a Washington: Arvelaiz Massimiliano, il quale aspetta solo di ottenere l'approvazione da parte del governo americano.