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mercoledì 18 febbraio 2015

Aids, scoperto a Cuba virus Hiv tre volte più aggressivo I pazienti colpiti iniziano spesso a manifestare i sintomi della malattia nel giro di due tre anni

mercoledì 17 dicembre 2014

Storico disgelo tra Obama e Castro: Usa e Cuba verso piene relazioni diplomatiche dopo mezzo secolo



Obama annuncerà oggi una revisione completa della politica verso Cuba, in quello che la Casa Bianca definisce un «passo storico in direzione di un nuovo corso» nei rapporti tra i due Paesi che prevede il ripristino delle piene relazioni diplomatiche dopo oltre mezzo secolo. Nell’accordo che verrà presentato tra poco, e di cui Obama e Raul Castro hanno parlato ieri in una telefonata altrettanto simbolica, gli Stati Uniti dovrebbero annunciare la rimozione delle restrizioni ai viaggi e al trasferimento di denaro con Cuba e l'apertura di un'ambasciata americana a L'Avana.
Come parte dell’intesa, il contractor americano Alan Gross è stato rilasciato da una prigione a Cuba. Collaboratore di Usaid (agenzia americana specializzata nell’assistenza ai Paesi in via di sviluppo), Gross era stato arrestato 5 anni fa mentre distribuiva materiale elettronico alla comunità ebrea all'Avana e condannato a 15 anni di prigione
per spionaggio. Per il rilascio di Alan Gross, gli Usa hanno accettato di liberare per motivi umanitari 3 agenti cubani detenuti in Usa dopo un processo controverso che li ha
condannati per spionaggio nei confronti di gruppi anti-Castro a Miami.
Il Vaticano avrebbe giocato un ruolo da garante nelle trattative fra Stati Uniti e Cuba, iniziate lo scorso anno. Papa Francesco ha inviato una lettera ai due leader per arrivare a un’intesa.
Raul Castro e Barack Obama si sono incrociati in Sud Africa, ai funerali di Nelson Mandela. Proprio un anno fa. In verità i contatti tra le due diplomazie proseguono da tempo, all’inizio dai primi mesi dell’insediamento di Obama alla Casa Bianca.
Tuttavia è nel 2014 che si sono intensificati i rapporti tra Stati Uniti e Cuba, soprattutto in seguito alle pressioni congiunte di democratici e conservatori americani. Tutti d’accordo sull’inefficacia dell’embargo. La lettera inviata a Obama da una quarantina di personalità di spicco (tutti americani) in ambito economico, politico, militare, culturale chiede a) aumentare i voli tra Usa e Cuba, con una riduzione delle condizioni di viaggio b) aumentare l’appoggio della società civile, moltiplicando le occasioni di scambi commerciali c) favorire il dialogo bilaterale d) offrire garanzie alle istituzioni finanziarie disposte a operare a Cuba

martedì 2 dicembre 2014

Cuba, incidente al bus dei turisti francesi, almeno otto feriti in codice rosso

Almeno 41 turisti francesi sono rimasti feriti a Cuba per l’incidente all’autobus su cui stavano viaggiando. Otto di loro sono ricoverati in codice rosso, 15 in codice giallo e i restanti, in codice verde, sono stati dimessi.
Secondo le testimonanze raccolte, il bus si è scontrato con un camion mentre stava viaggiando da Santa Clara a Varadero lungo una strada nazionale.
I turisti, in gran parte pensionati, provengono dal Nord-Est della Francia. Il governo francese, per bocca del primo ministro Manuel Valls, ha assicurato che farà il necessario per assistere i feriti sul posto e garantirne al più presto il rientro a casa.

martedì 25 novembre 2014

Alerta Antonio Rodiles sobre el peligro para el futuro de Cuba

A Trinidad, sull’isola di Cuba, una caverna è stata trasformata in una discoteca con una serie di accorgimenti per evitare il pericolo di crolli improvvisi

A Trinidad, sull’isola di Cuba, una caverna è stata trasformata in una discoteca con una serie di accorgimenti per evitare il pericolo di crolli improvvisi

Una caverna di Cuba trasformata in discoteca - Hanno utilizzato un’intera caverna trasformandola in una vera e propria discoteca. Accade a Trinidad, sull’isola di Cuba, dove una caverna, nota per essere stata in passato il rifugio del serial killer Carlos ‘Coco’ Ayala, è stata trasformata in un locale che porta il suo nome. Per farlo sono stati presi diversi accorgimenti nell’ottica della sicurezza, ma anche per garantire un costante ricambio d’aria all’interno della caverna sempre molto affollata dalla sera fino alle prime luci dell’alba.
discoteca all'interno di una caverna
discoteca all’interno di una caverna, foto twitter
Per questo è stato creato un foro verso l’esterno in cima alla caverna che non solo permette il ricambio d’aria ma contribuisce a mantenere la solidità strutturale evitando il rischio di crolli improvvisi. Per accedere alla caverna bisogna scendere sottoterra percorrendo uno stretto tunnel e si raggiunge un locale con tre piste da ballo, tre bar e pavimenti in marmo. La discoteca nella grotta è diventata una vera e propria attrazione per i turisti anche se la scelta di chiamarla come il pericoloso serial killer non ha convinto i residenti. Ma i proprietari spiegano di non aver scelto il nome Ayala quale omaggio al killer quanto piuttosto perchè ormai la caverna era nota come ‘la grotta di Ayala’.

sabato 15 novembre 2014

A Cuba boom di richieste di finanziamenti privati Oltre 378mila prestiti concessi, la maggior parte per l’acquisto di abitazioni

l Banco centrale cubano ha concesso solo a settembre oltre 378 mila finanziamenti per un importo complessivo di circa 134 milioni di dollari. Lo ha annunciato il vice presidente dell’Organismo, Francisco Mayobre Lence. L’alto funzionario ha spiegato che oltre il 63 per cento dei crediti sono stati erogati a soggetti privati e serviranno per la costruzione o la ristrutturazione di abitazioni. Mayobre Lence ha aggiunto anche che è in aumento la richiesta di prestiti agricoli individuali, che hanno raggiunto quota 46 milioni di dollari, destinati alle attività produttive. Il vice direttore ha motivato questo boom di richieste da parte dei privati con la recente adozione da parte del Banco di azioni per incentivare i crediti ai lavoratori. In particolare, è stato stabilito di applicare sui finanziamenti una serie di agevolazioni tra cui tassi d’interessi minimi, un periodo di grazia di dodici mesi. Inoltre, sono stati semplificati e ridotti i requisiti di garanzia.
A Cuba la rivoluzione del settore è cominciata a partire dal 2011, quando le autorità governative autorizzarono l’accesso al credito bancario per i privati che volevano acquistare merci e soddisfare altre necessità. All’inizio i beneficiari maggiori furono agricoltori, lavoratori dipendenti privati e imprenditori soprattutto nel ramo delle costruzioni. Successivamente, come dimostrano i dati, l’orizzonte si sta spostando sempre più verso le famiglie che chiedono un finanziamento per acquistare abitazioni. Questa rivoluzione fa parte del quadro delle misure attuate dal presidente cubano, Raul Castro, per “aggiornare” il modello socialista dell'isola e superare i suoi problemi economici. Infatti, oltre al credito si sta lavorando per l'espansione del settore privato e la promozione delle cooperative.

martedì 11 novembre 2014

Cuba: Havana está a mudar de rosto para as celebrações do quinto centenário

L’Avana: un nuovo rinascimento cittadino in vista dei 500 anni

495 candeline per L’Avana. La capitale di Cuba ha celebrato l’anniversario della sua fondazione in un grande cantiere in attesa di festeggiare cinque secoli di storia. Al progetto di restauro sono interessati circa 3 mila e 500 edifici, oltre un settimo è ritenuto di alto valore storico-artistico. Un nuovo rinascimento cittadino, un ambizioso piano che sta cambiando il volto della città rinsaldando le fondamenta degli antichi abitati.
“Sono felice che non stiamo ancora celebrando i 500 ma solo i 495 anni, perché abbiamo ancora tempo e possiamo impegnarci di più per L’Avana, andando contro i venti e le maree, non limitandoci a dipingere le facciate degli edifici”, annota lo storico Eusebio Leal.
Il piano di restauro, patrocinato dall’UNESCO, è iniziato nel 1992 e ha come obiettivo la tutela del centro storico e delle caratteristiche case coloniali.
“Siamo rimasti affascinati dai primi risultati dei lavori di restauro, è come sentirsi di nuovo nel periodo coloniale. La guida turistica ci ha davvero trasmesso il senso di questa importante eredità storica, il sacrificio fatto per costruire la città e anche per conservarla,’‘ spiega Amelia Odalis De La Osa, un’insegnante.
Nel 1982 L’Avana Vecchia è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Forti cinquecenteschi e numerosi edifici barocchi ricordano l’antica città San Cristóbal de la Habana, fondata dal conquistador Diego Velázquez in una località vicina all’attuale insediamento.

mercoledì 22 ottobre 2014

Denuncian en México recrudecimiento del bloqueo de EE.UU. contra Cuba

Il 22 ottobre 1962 il presidente statunitense John Kennedy annunciò con un discorso televisivo che, sorvolando Cuba, un U-2 aveva scoperto un dispiegamento di missili sovietici

Il 22 ottobre 1962 il presidente statunitense John Kennedy annunciò con un discorso televisivo che, sorvolando Cuba, un U-2 aveva scoperto un dispiegamento di missili sovietici

La crisi dei missili di Cuba fu uno dei momenti più critici della Guerra Fredda. Il nuovo governo comunista cubano di Fidel Castro che aveva promosso una campagna di espropriazioni, era stato supportato dai sovietici per contrastare il tentativo di invasione degli esuli cubani aiutati dalla CIA. Dopo il fallimento dello sbarco nella Baia dei porci, gli USA avevano piazzato dei missili Jupiter in Italia e in Turchia. L’URSS reagì con l’installazione di missili a Cuba, la cui gettata avrebbe permesso di colpire gli USA. Il 14 ottobre 1962 un U-2 americano sorvolando Cuba, fotografò i missili, la cui esistenza fu resa nota dal presidente Kennedy attraverso la televisione il 22 ottobre. Il Presidente annunciò che il traffico navale per Cuba sarebbe stato bloccato dalla cosiddetta quarantena, proprio per evitare che vi giungesse ulteriore materiale bellico. Dopo l’intervento dellONU e di papa Giovanni XXIII, le intense trattative tra USA e URSS terminarono con un accordo che scongiurò il pericolo di un’apocalisse nucleare. Chruscev il 28 ottobre acconsentì alla rimozione dei missili da Cuba e gli USA, entro sei mesi, avrebbero rimosso le testate missilistiche in Italia e in Turchia.

lunedì 20 ottobre 2014

Summit anti-Ebola a Cuba, Raul Castro: "Siamo tutti minacciati" Presenti 12 Paesi dell'America latina e dei Caraibi

TMNews
L'Avana, 20 ott. (TMNews) - L'epidemia di Ebola "ci minaccia tutti": lo ha detto il presidente cubano Raul Castro inaugurando all'Avana un "summit straordinario" di 12 Paesi dell'America latina e dei Caraibi incentrato sull'epidemia che per il momento sta risparmiando il continente. "Una terribile epidemia si propaga oggi fra i popoli fratelli dell'Africa e ci minaccia tutti", ha dichiarato Castro. "Se questa minaccia non sarà arginata in Africa occidentale potrebbe diventare una delle pandemie più gravi della storia dell'umanità", ha avvertito il presidente cubano davanti a 11 suoi pari del continente riuniti nella capitale cubana.

Cuba, Paese maggiormente presente sul campo con quasi più di 450 fra medici e infermieri dispiegati in Africa occidentale, ospita questo summit il cui obiettivo è quello di "armonizzare i protocolli per proteggere la popolazione e prevenire la diffusione della malattia nei Paesi della regione", secondo una nota del ministero degli Esteri cubano. Al vertice sono presenti i nove capi di Stato dell'Alternativa bolivariana per le Americhe (Alba), blocco creato nel 2005 da dei Paesi governati dalla sinistra. Oltre a Cuba, comprende Venezuela, Ecuador, Bolivia, Nicaragua e diversi piccoli Stati caraibici. Anche Haiti, Grenada e Saint-Kitts e Nevis sono stati invitati.

domenica 19 ottobre 2014

Cuba y Estados Unidos, juntos contra ébola



Ebola, all’ombra di una pandemia?

Ebola,  all’ombra di una pandemia?

L'autore Ivan Alejandro Pulido Tarquino 

E’ di dominio pubblico in tutto il mondo la disseminazione dell’Ebola dai paesi africani, quelli che si affacciano sul golfo di Guinea, ai paesi degli altri quattro continenti. 
Cercando di andare oltre le notizie sensazionalistiche dei media, che presentano, come spesso succede, solo un aspetto degli eventi, cerchiamo di capire cosa sia l’Ebola e quali siano le cause principali che ne determinano una trasmissione cosi rapida e apparentemente inarrestabile.
L’Ebola è una malattia, causata da un virus EBV (Ebola Virus Disease), che si manifesta come una febbre emorragicamolto grave e letale. Vi sono altre malattie virali che si presentano con sintomatologia simile, di una febbre emorragica, come la Dengue e il Marburg, altrettanto pericolose e letali. Ricordiamo l’epidemia di Marburg nella Repubblica del Congo Democratico, che incontrollata invase paesi confinanti tra cui l’Angola, dove una medica pediatra del CUAMM, Maria Bonino, morì nel 2005, prestando il proprio aiuto nel tentativo di bloccare la disseminazione della malattia; o l’epidemia di Dengue a Cuba che causò nel 2006 migliaia di morti.
Il virus dell’Ebola è trasmesso dagli animali (primati, chirotteri, roditori) all’uomo, per poi essere trasmesso da uomo a uomo, attraverso i fluidi corporei; per proteggersi dal contagio con i pazienti è assolutamente necessario vestirsi con l’Equipaggiamento di Protezione Personale (EPP), seguendo protocolli di sicurezza molto complessi e sempre supervisionati da qualcuno che segua tutte le tappe durante la vestizione; la malattia presenta un tasso di mortalità del 50%, e già in passato sono state registrate altre epidemie con tassi di mortalità fra il 25% e il 90 %. Si può già percepire quale sia la sua pericolosità e l’attenzione che meriti in termini sanitari.
Ma che cosa è cambiato fra questa epidemia e le precedenti? Perché nelle precedenti epidemie non si sono mai registrati casi al di fuori dell’Africa? Perché, soprattutto, ad oggi, questo virus ha raggiunto gli USA, l’Europa e l’Australia? E’ forse diventato più aggressivo?
La prima epidemia di Ebola è stata registrata nella Repubblica Democratica del Congo nel 1976, con 318 casi e 280 morti (Tasso di mortalità 88%), in un’area remota e lontana da centri densamente abitati, caratteristica comuni a tutti i successivi episodi epidemici che si sono registrati da allora, ben 24 epidemie.
E’ proprio questo che è cambiato. La presente epidemiaha invaso non solo le aree rurali ma anche le capitali africane di Guinea e Liberia, per poi disseminarsi in Sierra Leone e Nigeria.
Ed è proprio questo il punto chiave di lettura per capire come sia potuto avvenire un cosi rapido contagio e disseminazione della malattia. Infatti, l’Ebola, pur essendo una malattia letale, è relativamente semplice da contenere e controllare, come ha dichiarato anche il Governo Americano, in risposta alla comune e crescente preoccupazione presente nel paese.
Solamente grazie alla più attenta osservazione di protocolli di sicurezza e di pratiche mediche controllate, come trattamento repentino dei casi, sorveglianza, servizi diagnostici di laboratorio capaci ed organizzati, trattamento idoneo dei decessi, mobilitazione comunitaria, si può evitare infatti la disseminazione del virus tra esseri umani. Tuttavia una tale organizzazione capillare non è spesso quella che si incontra nei paesi africani, dove al di là di limiti strutturali degli ospedali e dei servizi sanitari in genere, esistono anche barriere culturali, spesso forti, quando si tratta di dover seppellire i propri cari.
Da qui la rapida ed incontrollata, a tuttora, disseminazione del virus in questi paesi, dove l’improvviso ingresso del virus in centri cosi altamente e densamente popolati e impreparati dal punto di vista sanitario, ha causato una trasmissione rapida con un cosi alto numero di casi, che infelicemente è destinato a crescere.
Un altro importante fattore di questa equazione è stata la tardiva risposta da parte della comunità internazionale, che ha impiegato troppo tempo nel riconoscere le vere dimensione di una tale minaccia. Al momento le uniche nazioni impegnate attivamente in Africa sono gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito, che attraverso l’invio di truppe e personale medico e paramedico, sta organizzando un sistema di contenimento. Tuttavia l’Unione Europea al momento non si è ancora unita a tale azione di supporto internazionale.
Ora la domanda cui tutti vorrebbero avere una risposta è il reale rischio per noi di contrarre la malattia. Tutti i casi registrati sinora in Europa ed negli Stati Uniti sono stati di persone che per motivi di lavoro o volontariato internazionale provenivano da quei paesi o già con una diagnosi di Ebola confermata o con la malattia in fase di incubazione.
In alcuni casi inoltre non sono state osservate le dovute misure di sicurezza negli aeroporti, permettendo l’ingresso del virus.
La successiva catena di contagi è avvenuta per la diagnosi tardiva o per mancato rispetto dei protocolli di sicurezza. La reale possibilità di un contagio così disseminato, da interessarci personalmente è al momento molto remota.
L’Ebola, infatti, è una minaccia globale nella misura in cui si permette che lo sia. Le parole chiave per porre un arresto alla trasmissione del virus sono infatti il coinvolgimento delle Organizzazione Internazionali, per aiutare i paesi africani a diagnosticare rapidamente i casi, diminuendo il tempo fra infezione e trasmissione; a organizzare e cambiare rapidamente le comuni pratiche ospedaliere; a supportare e aumentare il potere diagnostico dei laboratori; a cambiare usi e costumi nelle popolazioni attraverso la sensibilizzazione comunitaria.
Tali interventi preventivi possono porre fine alla catena di trasmissione in Africa.
Medici senza Frontiere aveva segnalato a marzo di quest’anno il pericolo della presente epidemia, ma purtroppo nessuno ha prestato ascolto; si pensi solo che l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, solo l’8 Agosto 2014 ha dichiarato la presenta epidemia un’Emergenza Sanitaria Pubblica di importanza globale.
Il contagio avviene molto rapidamente, tanto che i tassi di contagio aumentano ciclicamente in modo esponenziale, a tal punto che il CDC, Center for Disease Control, di Atlanta ha fatto una previsione di 1,2 milioni di casi per gennaio 2015. Per vincere l’Ebola è assolutamente necessaria la cooperazione nell’aiutare i paesi africani a fare fronte a questa malattia che in quei luoghi può veramente causare un enorme numero di morti.
Ivan Alejandro Pulido Tarquino - Specialista in Malattie Tropicali

sabato 18 ottobre 2014

Ebola avvicina nemici, Castro loda collaborazione medici Cuba-Usa

Ebola avvicina nemici  Castro loda collaborazione medici CubaUsa
16:36 18 OTT 2014

(AGI) - L'Avana, 18 ott. - La battaglia all'ebola ha almeno un merito, aver avvicinato gli arcinemici governi di Cuba e Usa.
  L'ex presidente cubano Fidel Castro, che ha elogiato "l'esempio di solidarieta'" dei medici dell'isola inviati in Africa per combattere l'epidemia, ha anche lodato la collaborazione con gli Usa: "Con piacere cooperiamo con il personale statunitense in questo obiettivo", ha scritto il 'lider maximo' in un articolo intitolato "L'ora del dovere". A conferma che l'epidemia di ebola sta provocando effetti imprevisti in politica estera, venerdi' anche il segretario di Stato usa, John Kerry aveva elogiato il personale sanitario cubano inviato a combattere il virus. Ai primi di ottobre, Cuba ha inviato un gruppo di 165 operatori sanitari in Sierra Leone per contribuire alla lotta e ne inviera' prossimamente altri 296 negli altri due Paesi africani contagiati, la Liberia e la Guinea Conakry.
  Fidel Castro, che ha 88 anni e si e' ritirato dal potere nel 2006, ha sottolineato la "rapida" risposta di Cuba alla richiesta delle Nazioni Unite di "lottare contro la brutale epidemia scoppia in Africa occidentale". "Il personale medico che va in qualunque luogo pur di salvare vite, anche a rischio di perdere la propria, e' il miglior esempio di solidarieta' che puo' offrire l'essere umano, soprattutto quando tutto questo non e' mosso da interesse materiale alcuno" (AGI

sabato 11 ottobre 2014

Cuba's Ebola boot camp

Sempre più migranti illegali da Cuba verso Usa: nuovo esodo? In 12 mesi il numero di ingressi, con e senza visto, è stato più alto che nella crisi del 1994. Mentre anche numero di imbarcazioni improvvisate è da record

Venticinquemila cubani sono entrati illegalmente negli Stati Uniti, via terra e via mare, negli scorsi 12 mesi. Il numero è raddoppiato negli ultimi due anni, mentre il totale di migranti legali e illegali da Cuba non era così alto dall'esodo di massa su pericolose imbarcazioni improvvisate del 1994, riferisce il New York Times.
"L'aumento sottolinea le conseguenze delle politiche sull'immigrazione degli Usa, che danno trattamento preferenziale ai cubani, e le recenti riforme che sull'isola hanno allentato le restrizioni sui viaggi e messo in risalto la frustrazione crescente post-Fidel" Castro, scrive il quotidiano.
Durante i 12 mesi passati, i migranti illegali sono stati più che nel 2008, quando Raul Castro salì alla presidenza. Esperti affermano che il numero attuale "potrebbe essere avvisaglia di un esodo di massa, mentre mettono in guardia sul fatto che le imbarcazioni improvvisate abbia già lasciato una scia di morti".
Allarmante infatti il dato sui mezzi usati per il viaggio in mare: se il 20% era improvvisato nel 2008, l'anno scorso lo era l'87%, secondo i dati della Guardia costiera che intercetta i migranti diretti sulle coste della Florida.
"Credo sia in corso un silenzioso esodo di massa. Siamo tornati ai tempi, come nel 1994, quando le persone costruivano piccole strutture galleggianti e partivano nell'oceano, con o senza familiari", dice Ramón Saúl Sánchez, leader cubano in esilio a Miami impegnato nell'aiuto alle famiglie dei morti nel viaggio.